Only a picture

I like to observe people on the metro, on the street, in a bar, everywhere.
I always try to imagine what the life of each single person is.
Sometime I make little conversations with strangers, and I get the chance to know a bit more about their life. But sometime I have only questions without an answer…

Only a smile between us
I don’t know you but I start
To ask myself about your life
While your face began to shine

It’s so great to be lost in my thoughts
It’s the perfect moment to think about you
But it’s only a short instant and I know
After the crossroad I won’t see you anymore

While you are crossing the street I decide
I behold this moment deep inside
Even if I don’t know who you are
Nothing about your past or your future life

What remains to me is only a picture
And the strange emotion I keep in my mind
Even if I don’t know your name
Even if I don’t know from where you came

Ivana, 01 May 2008 Bai Lin Monastery, China

Il mio primo TupperSex

Hey – mi dice un’amica – Ti va di venire a casa mia stasera? Organizzo un Tuppersex.
Rimango un po’ spaesata. Tuppersex? E cosa è? Rispondo istintivamente di si; come sempre la mia curiosità prevale sulla diffidenza.

Ed eccomi a Barcellona, a casa di una mia amica, con una bella ciurma di ragazze e amici gay, ad attendere trepidanti l’arrivo di Maria!!!
Maria arriva con la sua bella e capiente valigiona rosa. E’ una donna di circa 45 anni, capelli castano biondo lunghi fino alle spalle, un viso abbronzato, uno sguardo attento con un fare furbesco, un atteggiamento da donna forte, sicura di sè, che trasmette molta competenza in materia.

Siamo tutti seduti in cerchio con bottiglie di vino e chips da sgranocchiare, e osserviamo lei, quasi come davanti ad un maxi schermo gigante, mentre adagia i suoi preziosi strumenti sul tavolo di fronte.

Un tempo si facevano le riunioni casalinghe fra donne per promuovere delle pentole da cucina, ma nei tempi moderni la nostra riunione casalinga è incentrata su vibratori, palline da geisha, cock rings, oli da massaggio, profumi e molto più!

E’ stato uno spettacolo formidabile vedere questa donna che promuoveva degli oggetti con una tale disinvoltura, che era quasi impossibile non farsi tentare di acquistare qualcosa per la semplice curiosità di vedere se i prodotti garantivano le prestazioni ottimali tanto sponsorizzate!

La serata è stata esilarante: tante risate e molto divertimento. Sicuramente è da ripetere!

Musica e Nostalgia

Era da più di un mese che non scrivevo nel mio blog.
A essere onesti ho avuto pochissimo tempo per dedicarmi allo scrivere o a me stessa.

Avevo inviato l’ultimo post quando ero ancora in Germania, ed ora invece sono in Spagna, a Barcellona, per non so quanto tempo.
Oggi sono particolarmente nostalgica. Non so perché, ma mi manca il mio passato, anche se non so specificare quale periodo della mia vita mi manca maggiormente.
E’ una sensazione strana, non l’avevo mai provata prima d’ora così intensamente.

Mi è capitato casualmente di riascoltare una canzone di Ambra Angiolini dei tempi di Non è la Rai, ed è stato come tornare indietro nel tempo.

Normalmente non riascolto delle canzoni che sono state un cult in un determinato periodo di tempo, ma che dopo vengono dimenticate.
Preferisco ascoltare qualcosa di nuovo, e soprattutto la musica locale, in modo da capire qualcosa di più del luogo in cui vivo.
Acquisto spesso dei CD di artisti di strada: li ascolto per un certo periodo e poi li abbandono a loro stessi. Certe volte mi da fastidio risentire certe canzoni che prima mi piacevano tantissimo. Forse perché quella musica mi lega a stati d’animo, sensazioni ed emozioni che appartengono ad un tempo passato, e come tale, per me, è passato!
La ritengo una perdita di tempo tornare indietro con la mente a qualcosa che non ha più alcuna connessione con la mia realtà presente o futura. Preferisco sempre guardare avanti.
Questo è quel che mi succede anche con i film. E’ rara la volta che guardo dei film più di 2 volte; preferisco vedere qualcosa di diverso.

Forse ora, inconsciamente, riesco a capire perché mi comporto in tal modo.
Forse il mio subconscio scappa semplicemente da quei sentimenti che si chiamano nostalgia e malinconia.

La storia di una foto

Oggi voglio raccontarvi una storia.
Voglio parlarvi di una foto. Una foto scattata nel lontano 2005 in un locale di cui non ricordo più neanche il nome. Forse non è la foto più bella che abbia fatto, ma per me ha un profondo significato.

Mentre stavo seduta al mio tavolo con degli amici osservavo incuriosita cosa mi stava attorno: le pareti, la gente, i colori.
D’un tratto il mio occhio si è fermato su un piccolo particolare. Nel tavolo accanto al mio stava lì, immobile, una piccola bottiglietta in cristallo con una margherita dallo stelo lungo lungo. Ho contemplato a lungo la bellezza dei suoi colori, che venivano ravvivati dalla tenera luce di una candela.
Ho pensato fra me: “Quanto vorrei avvicinarmi a quel tavolo e fare una foto di cotanta bellezza”.
Dopo un po’ di tempo il mio sguardo si è spostato su un altro tavolo, e anche lì c’era una margherita e una candela che creava un bellissimo effetto. Di istinto mi sono guardata attorno e ho visto che ogni tavolo aveva la stessa decorazione. Ho abbassato gli occhi e con stupore ho notato che una graziosa margherita era proprio lì, nel mio stesso tavolo!

In quel momento ho capito una cosa molto importante.
La natura umana è strana! A volte si va lontano per cercare qualcosa che alla fine è lì, accanto a noi, a portata di mano. A volte si desidera quello che hanno gli altri, e ci si perde talmente tanto in questi desideri, da non gioire di quello che già si possiede.
Forse dovremmo imparare a non guardarci troppo attorno, ma a godere di quello che si ha. Ci renderemmo conto che per essere felici e soddisfatti non è necessario andare tanto lontano.

Questa è la foto scattata al mio tavolino, in un locale di Monaco di Baviera di cui non ricordo più il nome; ricordo solo che in quel luogo ho imparato un insegnamento importante, e ogni volta che guardo questa immagine mi viene in mente di apprezzare e di dare valore a quello che già ho!

Il mondo delle idee

E’ tardi ed è stata una giarnata intensa, ma alla fine posso ritenermi soddisfatta del mio lavoro.
Domani si va avanti; ho ancora 2 tele da ultimare prima di decidere bene i prossimi passi da fare. Questa volta ho usato come colore principale il blu, e delle tinte di rosso sullo sfondo, che hanno creato una sorta di effetto rosato.
Il blu (il colore dell’anima) è un colore che produce un effetto di quite ed armonia, induce alla calma e sottintende uno stato di adattamento. E’ il colore della contemplazione e della spiritualità.
Esso viene associato al quinto chakra, all’altezza della spalle, con il suo punto centrale nella gola. Il quinto chakra favorisce lo scambio della comunicazione tra noi e gli altri. Un giusto funzionamento di questo chakra ci consente di sentire meglio noi stessi e gli altri. La cosa più importante è l’onesta dei nostri sentimenti: capire quali decisioni dobbiamo prendere in virtù di quello che ci detta il nostro cuore.

La scelta del giallo

Sono a Monaco di Baviera da una settimana e finalmente sto incominciando a ritrovare il dinamismo che avevo perso nei mesi scorsi.
Mi sto dedicando a quelli che sono i miei passatempi preferiti: informazione, lettura, webdesign, grafica digitale, video multimediali, ed anche composizione di brani musicali.

Oggi ho passato la maggior parte del mio tempo a riadattare il mio nuovo spazio Myspace con un layout prevalentemente giallo, riprendendo i motivi della mia vecchia cameretta di Cagliari, dove avevo trascorso i primi 4 anni di università.
La preferenza di questo colore è stata del tutto casuale, solo ora mi sono chiesta perché il mio sub inconscio mi ha spinto a fare questa scelta.

Ed eccomi a scoprire un bel po’ di cose sul significato di questo colore.
In Cina ed in Giappone il giallo era il colore della regalità. Ricordo che a Pechino, quando ho visitato la Città Proibita, la guida ci ha spiegato che solo l’imperatore poteva vestire di giallo/oro, chiunque altro avesse indossato qualcosa con quelle tonalità avrebbe pagato con la vita!
Al contrario, nell’antica Grecia, il giallo era il colore con il quale venivano agghindati i pazzi. I Masai, invece, si dipingevano il corpo e gli scudi di giallo ocra quando dovevano prepararsi per una battaglia.

Il giallo è da sempre accostato al sole, ed è il colore della vitalità e dell’energia. Indica prevalentemente estroversione, crescita, cambiamento e ricerca del nuovo. Stare in un ambiente in cui i colori prevalenti sono il giallo aiuta l’apprendimento, perché stimola la concentrazione ed acuisce la mente; non è casuale che venga consigliato un arredamento giallo negli uffici, nelle scuole o anche nello studio.

Anche nell’alimentazione il colore ha un ruolo importante, e mangiare dei cibi gialli stimola l’ottimismo, la spontaneità e la comunicatività! Nella cromoterapia viene adoperato per aiutare i processi digestivi poiché ha un’influenza positiva nella purificazione dell’intestino e nella riduzione del gonfiore addominale.

Il giallo è inoltre il colore che caratterizza il terzo chakra (punto di energia), quello che si trova nella regione del plesso solare tra la prima vertebra lombare e la dodicesima vertebra del torace. Da questo dipende la forza di volontà individuale, il carisma e l’efficienza. Un funzionamento eccessivo del terzo chakra può provocare instabilità emotiva, nervosismo, scopi d’ira, iperattività, disturbi di origine nervosa, mentre un suo funzionamento carente causa scarsa energia.

Che questa scelta del giallo non sia altro un bisogno interno di ritrovare un equilibrio fra un eccesso di attivismo e inattività?

Ora il cerchio si chiude, si apre un nuovo capitolo…

Sono passati quasi 2 mesi da quando ho lasciato Pechino.
Sono stata per un po’ a Monaco, ho trascorso un mese in Sardegna, ed ieri sono nuovamente tornata in Germania.
Mi ero posta come termine il primo di luglio per poter fare la mia vacanza e dedicarmi solamente a me stessa. Ho prolungato questo periodo fino ad ora, non facendo altro che godermi “il mio tempo”, decidendo se fare qualcosa o se non fare niente.
Non capita spesso nella vita di avere una simile opportunità.
Bisogna continuamente adattarsi a situazioni e tempi dettati da altri, fingendo molto spesso di essere qualcun’altro. Ho voluto darmi una chance di vita diversa, rigenerandomi e concedendomi il lusso di fermarmi per un attimo. Ho desiderato allontanarmi da qualsiasi responsabilità ed ho fatto solo ciò che mi sentivo di fare.
Forse qualcuno avrà pensato che la mia era solo una perdita di tempo, ma non credo.
Ho vissuto ogni momento al massimo e ricorderò questo periodo con estrema nostalgia.

Ora il cerchio si chiude, si apre un nuovo capitolo…

Everything comes to an end

EVERYTHING COMES TO AN END. This is a basic concept of Buddhism.
But I want to say: ONLY WHAT DIDN’T START WILL LAST FOREVER.

All forms are temporary and also the universe will for sure comes to an end one day.
Change is the only constant in life.
Every day we change, and these changes alter our relationships, our desires, our possessions.
The desires cause suffering.
When we reach our desire and obtain a certain possession we may be happy for a while, but later we start to desire something else. We must also remember that sometimes there are desires that could make us unhappy. The possessions as well will not be with us forever, and the separation will cause more suffering.

Somebody said to me: “I experienced love, I am happy to know what was and I don’t pretend much more. I don’t want to love again because I know one day it will come to an end”.
Better not to be attached to things, better not to have desires, better not to have possession, better not to love because it hurts?
But a life without emotions and without feelings, what kind of life is it?
And a life with suffering, with tears and pain, what kind of life is it?

What is the solution?
Maybe to find the right dimension, where you don’t have any expectation.
In this special moment you don’t have to remember how it was, and you don’t have to ask yourself how it will be.
NO START, NO END, AND IT WILL LAST FOREVER.

Tempo di riordinare

Sono a casa a Monaco di Baviera da quasi 6 giorni.
6 giorni, in cui ho passato la maggior parte del mio tempo a star seduta sul mio divano, di fronte al pc, incurante del caos che mi circondava.
Oggi mi sono svegliata dal lungo e profondo letargo, mi sono guardata attorno ed ho ricominciato a vedere le cose in maniera più chiara. Non posso continuare a stare ferma…

E’ ora di fare le pulizie!
E’ ora di riorganizzare le mie idee, di mettere a posto i miei pensieri, di sapere e capire quale è il posto adatto per ogni cosa.
E così, mettendo in ordine i cassetti, buttando le cose superflue, togliendo dai mobili la polvere accumulata, cercando di armonizzare lo spazio intorno a me secondo i principi del feng shui, piano piano è come se anch’io ripulissi e riorganizzassi le mie idee facendo un po’ di chiarezza dentro di me, ritrovando l’energia che mi occorre per uscire dal baco di seta e subire quella trasformazione che mi è necessaria per riprendere il ciclo naturale delle cose.

Pechino mi mancherai

Se c’è un posto in cui mi diverte sedere ed osservare chi mi sta attorno, questo è l’aeroporto!
Un grande aeroporto internazionale è come una grande riserva naturale in cui studiare l’animale uomo: i suoi comportamenti, i suoi movimenti, i suoi modi di fare.
E chissà perché è sempre in aeroporto che mi succede di incontrare i personaggi più eccentrici e interessanti. O coincidenze strane, notare qualcuno fra la folla con cui poi mi capita di intraprendere il mio viaggio; come questo ragazzone altissimo, con la testa rasata, con i pantaloni e giacca militare e quest’aria da Marines degli Stati Uniti, che molto simpaticamente mi ha salutato con la mano facendomi un bel sorriso. Bella coincidenza averlo ritrovato sullo stesso volo, per giunta nella fila di fianco!

Ed ora qui, mentre sto seduta a prendere un caffè allo Starbucks dell’aeroporto di Pechino, affianco a me si accomodano un ragazzo ed un uomo più anziano, entrambi dai lineamenti asiatici, ma non cinesi. E’ uno spettacolo osservarli, ed è stato un vero piacere poter chiacchierare con loro.

Il giovane porta degli enormi occhiali stile anni settanta con le lenti offuscate, dal braccio pende una borsetta femminile Prada di colore blu. Indossa una maglietta bianca e dei pantaloncini corti. Ha degli atteggiamenti molto femminili e all’inizio mi sono chiesta se non fosse l’amante giovane dell’uomo per cui si prenteva tanta premura.
Il signore ha un look che ha destato da subito la mia attenzione: berretto chiaro a chiazze militari, pantaloni in lino bianchi e giacca in lino bianca a righe blu, anello con pietra blu incastonata sul dito medio della mano sinistra. Uno stile molto interessante!
Abbiamo incrociato lo sguardo… un sorriso… e questo è bastato per avviare una conversazione. Sono padre e figlio. Sono coreani e tornano al loro paese d’origine perché il padre deve fare delle visite mediche.

Quanto mi piace incontrare delle persone in questo modo; quanto mi piace anche solo per un minuto, un secondo, un solo attimo, poter entrare nell’universo di un’altra persona e poter conoscere un po’ di più di quello che è il suo mondo.
Quanto mi piace regalare dei sorrisi. Con un sorriso si può cambiare la giornata di una persona, si può cambiare lo stato d’animo di una persona.
Osservo chi sta attorno a me. Non ci sono tante persone che sorridono, non ci sono tante persone che si guardano attorno, che si parlano con gli occhi, non ci sono tante persone che hanno voglia di scambiarsi delle parole. Forse per una diffidenza comune, forse per una chiusura mentale, forse per un senso di paura. Forse perché spesso si è distratti dai propri pensieri e si è troppo occupati a curarsi delle proprie faccende.

E da un angolo di questo bar, mentre osservo gli individui fuori che vanno e che vengono, che entrano ed escono, rifletto su quello che voglio e su quello che mi piace realmente.
Mi piace conoscere nuova gente, mi piace viaggiare, mi piace poter assaporare l’energia del viaggio, la magia del viaggio. E quel che cattura ogni volta la mia attenzione non sono i monumenti, le piazze, i musei, ma le persone.

E della mia vita a Pechino mi mancherà chi incrociavo ogni giorno per strada, mentre uscivo di casa o mentre rincasavo. Mi mancheranno le persone con cui ero consona scambiare un sorriso.Mi mancherà il saluto e lo sguardo vispo e curioso del giovane dei DVD, seduto sempre allo stesso angolo di strada, che incontravo ogni sera e con cui cercavo di fare un po’ di conversazione. Mi mancherà la risata della donna per cui mettevo da parte le bottiglie di plastica ed il cartone. Mi mancheranno i sorrisi dei vecchietti con cui facevo Tai Chi la mattina. Mi mancherà girare l’angolo della mia via e vedere il solito ragazzo che riparava le scarpe e le ruote delle biciclette, e che stava la maggior parte del suo tempo a pisolare.
Mi mancherà andare nel mio bar preferito, ordinare il solito caramel coffee, e parlare e sorridere con il personale. Mi mancherà vedere fuori dalla finestra del mio ventiseiesimo piano il traffico di Pechino, e quel immenso orizzonte a cui a volte allargavo le braccia avendo quasi l’impressione di abbracciare tutto il mondo.
Mi mancheranno le persone che ho conosciuto, quelle che mi sono state vicine, quelle che sono entrate nella mia vita e che hanno lasciato un segno nel mio cuore.