Chi controlla il cibo, controlla la popolazione

Televisione accesa. Non facevo caso a quello che si diceva, ma d’improvviso qualcosa ha attratto la mia attenzione.
Un servizio di Videolina parlava di un piccolo parasita proveniente dai paesi sudamericani, “sbarcato” sul nostro territorio,  che sembra causi la devastazione di molte culture di pomodori. I normali anticrittogamici non riescono a combatterlo.
Vedo le immagini del parassita: un verme verde, viscido e strisciante, che si attacca alle piante, le distrugge e le danneggia irrimediabilmente.

Per un’associazione di idee mi viene in mente un articolo che avevo letto su “Disinformazione.it” sui pomodori viola e gli OGM.
Ci saranno OGM immuni a qualsiasi parassita, ma al contempo ce ne saranno altri che per sopravvivere necessitano di particolari pesticidi, tutti brevettati dalle stesse lobby delle sementi.
Intanto sul mercato sono presenti le sementi “Terminator” (Monsanto-Pfizer), programmate per far morire il raccolto dopo la prima produzione, costringendo gli agricoltori a ricomprare ogni anno i semi, così come succede da tempo in India.

Il quotidiano Britannico “Independent on Sunday”, ha rivelato l’esistenza di verbali segreti, in cui i premier dei paesi dell’Unione Europea sono già impegnati a promuovere i cibi geneticamente modificati attraverso delle campagne mediatiche senza precedenti.
Vorrebbero far credere che gli OGM ridurranno la moria di tumori, e che saranno impiegati per sfamare i paesi del terzo mondo.
Fra qualche anno dovremmo anche prepararci a vedere sulle nostre tavole il pomodoro viola dalle proprietà anti-cancro in grado di produrre più antocianine. In esso saranno impiantati i geni del fiore “Bocca di Leone”, e grazie alle sue attività antiossidanti potrà ridurre la fragilità capillare, i processi di invecchiamento, le modificazioni cellulari, i processi infiammatori e le modificazioni cancerogene.

E’ questo il futuro che ci aspetta? Prodotti alimentari sponsorizzati come elisir di lunga vita?
Penso che siano solo operazioni di marketing per poter favorire certe lobby.
Per ora, quando parlo o penso agli OGM, mi viene sempre in mente una frase di Henry Kissinger:
“Chi controlla il cibo, controlla la popolazione!”

No! Non i MIEI organi!

Nel lontano 1999 in Italia è entrata in vigore la legge n°91, che imponeva al cittadino di dichiarare la propria volontà in ordine alla donazione di organi. La mancata dichiarazione viene considerata quale assenso alla donazione. E’ passato il principio del silenzio-assenso, ed ogni cittadino è un potenziale donatore, salvo esplicita opposizione.
Il problema è che non è stato specificato in che modo il cittadino possa opporsi o meno a tale espianto, visto che dopo 9 anni non vi è alcun sistema per schedare donatori o no.
In pratica tutto è lasciato al caso.

Ma quando si è potenziali donatori?
Per poter essere donatori, tutti gli organi, ad eccezione delle cornee, devono essere tolti dal corpo mentre il cuore batte ancora. Ma se il cuore batte, come si può parlare di cadaveri? I “morti cerebrali” non sono quindi morti!

In questi 40 anni nessun paese ha messo in discussione i criteri di accertamento della morte cerebrale, a discrezione del Giappone, che è uno dei paesi più scientificamente avanzati!
Fu nel 1968, dopo il primo trapianto di cuore per mano di un chirurgo sudafricano, che si diede copertura giuridica al criterio di morte, a seguito del parere della Harvard medical school, che dichiarava: si è morti quando muore il cervello.
Che questa definizione sia stata accettata solo per rendere possibile il procacciamento di organi?

Quello dei trapianti è sicuramente un tema delicato, ma non accetterei mai di farmi trapiantare un organo da un “non morto”, soprattutto senza sapere da chi proviene.
Bisogna pensare che in certe parti del mondo come Sudafrica, Brasile e Medio Oriente ci sono bambini e giovani, che vengono rapiti e uccisi per rifornire il mercato degli organi.
Sull’argomento, ricordo ancora che a Pechino feci una chiacchierata con un ragazzo che lavorava nell’ambito dei diritti umanitari, che mi confermava come in certi ospedali cinesi ci siano dei numeri di telefono specifici in cui si può “ordinare gli organi”!
Sembrerebbe che in Cina sia molto attivo il “turismo degli organi”, e sono i detenuti a morte delle carceri cinesi, che fanno da donatori.

Purtroppo c’è anche questa realtà, anche se poco conosciuta, ed in virtù di questo oso chiedere: che senso ha togliere la vita di un individuo per salvarne un’altra?

Tornando al tema della morte celebrale, personalmente ritengo molto controversa la posizione della Chiesa, che afferma che “donare gli organi è una cosa buonissima”. Ma come si può affermare questo se l’espianto avviene mentre le funzioni cardiache sono ancora attive? Non è in contraddizione con la difesa estenuante del valore alla vita, in relazione alle tematiche dell’aborto?

Resta chiara una cosa, sono contrarissima a questa regola del silenzio-assenso, perché in questo caso all’individuo viene tolta ogni libertà, ed è lo Stato a regolare cosa fare del suo corpo in caso di morte cerebrale.
Ed io personalmente, in mancanza di un sistema che regoli chi vuole essere donatore e chi meno, preferisco per dire ora: No! Non i MIEI organi!

Crisi del Sistema o fallimento controllato?

Devo essere onesta. Non ho mai capito, pur cercando di sforzarmi, come funzionassero i meccanismi della finanza, e non mi è mai stato chiaro quali fossero le regole di questo “gioco” creato a tavolino non si sa da chi. Credo fortemente che a tutti i problemi ci sia sempre una soluzione, il punto fondamentale è capire il problema alla radice; ma ogni volta che ho cercato di farmi spiegare come sia nato il nostro sistema economico finanziario, non ho mai trovato nessuno che potesse chiarire i miei dubbi, al contrario, si sono posti nuovi interrogativi, facendomi arrivare ad un’unica certezza: “forse questo sistema è “strategicamente” così complicato!”

Oggi ho letto un articolo molto interessante in cui ci si chiedeva se il sistema stesse crollando a causa di una serie di debiti, speculazioni, investimenti forsennati, o a causa di manovre occulte da parte di quelli che operano dietro le quinte.
Attraverso l’analisi degli azionisti della Lehman Brothers o della Merrill Lynch, si evince che una percentuale di azioni era detenuta dai 2 gruppi che controllano realmente l’economia planetaria: il ramo statunitense dei Rockefeller e quello europeo dei Rothschild. Che non sono altro che le casate storiche ebraiche citate più spesso nei libri ed articoli sul complottismo, e che farebbero pensare ad un “fallimento controllato”.

Ma quali interessi avrebbero questi 2 gruppi a far fallire le loro aziende?
Questo sfruttamento del mercato avviene spesso attraverso le cosiddette “Branch” (rami, derivazioni), che vengono create per raggiungere degli obbiettivi specifici. Quando il mercato diventa poi sterile, la filiale chiude, gli utili vengono spartiti, e la voragine che si crea è a carico dei cittadini. Nel caso della Lehman Brothers, i quasi 700 miliardi di dollari di debito saranno rimpinguati dal Governo, cioè dai cittadini.
Questo sistema non riguarda comunque i grossi Imperi, ma solo le Branch, ed una volta che i nostri soldi sono stati ributtati nella mischia, allora si cercheranno nuovi mercati da sbranare.

Intanto per far fronte al crollo del sistema economico finanziario, il congresso americano si sta operando per preparare un piano di salvataggio (Piano Paulson). In Europa invece, i “4 moschettieri” (Francia, Germania, Italia, Inghilterra) si sono riuniti per poter discutere dell’attuale situazione. Il nostro paladino della giustizia, Silvio Berlusconi (quali interessi dovrà difendere questa volta? Mediobanca?), insieme al prode D’Artagnan Sarkozy vorrebbero creare un fondo comune europeo per il salvataggio del sistema bancario, basato sul 3% del PIL europeo, ma per il momento Angela Merkel e Gordon Brown hanno opposto un secco no.

Ciò che non mi spiego è perché, mentre le banche falliscono, i manager di questi istituti di credito vanno a casa con buone uscite extramilionarie. Basti pensare che Richard Fuld, l’amministratore delegato della Lehman, con un buco nero di 639 miliardi di dollari, aspetti una buona uscita di 20 milioni di dollari. Ma non dovrebbero essere questi signori a pagare di tasca loro a causa di una cattiva amministrazione?

E-commerce e Logistica in Italia

E-commerce e logistica sembrerebbero due realtà molto distanti fra loro, ma la prima per poter funzionare ha necessariamente bisogno della seconda.
Proprio oggi mi è capitato di parlare di questo argomento con un manager tedesco che lavora nel settore dell’e-commerce. La sua azienda sta sviluppando un sito internet che propone la vendita di prodotti di lusso attraverso la rete. Durante uno dei vari meeting aziendali, mentre si discuteva degli investimenti da fare in Germania, si era affrontato anche il tema delle prospettive di sviluppo all’estero.
I paesi in cui si puntava di investire nell’immediato futuro erano l’Inghilterra e la Francia, nonostante la concorrenza nel settore sia molto forte. Vi era stata anche la proposta di investire in Italia, un mercato ancora vergine con un grosso potenziale di crescita, ma dopo un attento esame vi è stato un parere negativo. Perché?
La ragione di fondo era che “l’e-commerce in Italia non può svilupparsi a causa di un problema logistico”.

Questa decisione si è basata sull’osservazione delle campagne di investimento di grosse aziende del settore all’estero. Un esempio fra tutti è stato Amazon.
Amazon è una grossissima azienda e-commerce con basi in Canada, Regno Unito, Germania, Giappone, Francia, Stati Uniti e addirittura Cina.
Il sito internet Amazon.com è stato fondato da Jeff Bezoz nel lontano 1995, come un luogo in cui poter acquistare dei libri. Durante i primi 30 giorni di attività il sito ricevete ordini d’acquisto da utenti presenti in circa 45 paesi. Grazie a questo enorme successo l’azienda si è ampliata ulteriormente, proponendo anche altri prodotti e diventando con gli anni il primo sito di e-commerce nel mondo.
Diego Piacentini, senior vice presidente con base a Seattle, responsabile a livello mondiale per il retail e il marketing di Amazon, ribadisce che uno dei requisiti fondamentali per l’e-commerce è il customer care e la logistica, che rappresenta quella parte del sistema che di solito non è controllata dall’azienda, ma che ne garantisce il successo dell’azienda. I tempi di consegna e la disponibilità dei prodotti sono dei fattori fondamentali per poter generare fiducia nei consumatori.
Ma perché questa azienda non ha comunque deciso di espandersi in Italia?

Una delle risposte potrebbe proprio ricercarsi nel deficit del nostro paese di offrire una rete logistica adeguata. Nonostante Poste Italiane non abbia più il monopolio del mercato non possiamo affermare che sulla scena siano apparse delle grosse aziende che possano porsi da veri competitori. Più che altro si è creato un sistema di oligopolio, che non ha di sicuro creato dei grossi vantaggi per i consumatori sia in termini di servizio che di prezzo.
La logistica in Italia ha ancora dei grossi limiti: i costi sono troppo alti, i tempi di consegna del prodotto sono troppo lunghi, ed infine vi è l’impossibilità di rilevare il percorso del prodotto dal mittente al destinatario a causa di un sistema di tracking merce inadeguato.
Esempio?
Se ordino un prodotto in Germania sono sicurissima che dopo 2-3 giorni il bene è a casa. Posso contare su un servizio super efficiente, avendo anche la possibilità di vedere quale è il percorso del mio pacco fino al destinatario finale.
Se voglio spedire il mio pacco dalla Germania in Italia, purtroppo, una volta raggiunto il confine, non ho più la possibilità di sapere dove sia finito, con i rischi di poter persino smarrire la merce.

L’e-commerce sta segnando una svolta importante nel nostro approccio d’acquisto. Le aziende che sapranno investire in questo settore avranno grosse prospettive di successo. L’Italia è ancora molto indietro, e se non riuscirà a tenersi al passo, sarà tagliata fuori da questo meccanismo, rinunciando a grosse fette di mercato.
Se pensiamo che l’e-commerce e la logistica sono in stretto legame fra loro, e se ci rendiamo conto che alcune piccole e grosse aziende e-commerce estere investono i propri capitali anche in virtù dell’offerta logistica che proponiamo, forse dovremmo incominciare a cambiare qualcosa nel nostro sistema.

LHC – La macchina del tempo

Chi di noi non ha mai sognato di poter possedere una macchina del tempo con la quale poter scrutare eventi passati o futuri? Ma forse questo sogno non è poi così lontano, e già oggi i nostri scienziati sono al lavoro con qualcosa di simile che ci permetterà di fare un tuffo nel passato di quindici migliaia di anni, fino a risalire all’origine dell’universo.

Cosa è successo in questo passato remoto? Gli studiosi affermano che durante i primi istanti dell’universo fossero presenti delle particelle senza massa, in un caos ad altissima temperatura.
In seguito la temperatura è diminuita e l’armonia nascosta dell’universo ha consentito alle particelle di trovare la loro identità, determinando la loro natura, ma soprattutto conferendo loro una massa. Ogni particella, a seconda della sua traiettoria, ha acquisito un’energia e una massa differente.
I fisici sono ora al lavoro per identificare il responsabile di questo cambiamento, in modo da capire cosa abbia scatenato questo processo.
Essi pensano che parallelamente alla nascita della materia ordinaria sia nato nel nostro universo un mondo perfettamente simmetrico e ad ogni particella che possiamo trovare oggi, sarebbe associato un partner simile, ma con una massa molto più elevata, detta particella supersimmetrica.
Una teoria molto interessante, che colpisce la fantasia degli studiosi del settore, è che all’inizio siano apparse quantità approssimativamente uguali di materia e di antimateria. Ogni particella sarebbe dunque nata insieme ad una sorella gemella, ma incontrandosi si sono reciprocamente annientate. Molto di rado è invece apparsa una particella solitaria, che non è sparita.

Per poter studiare tutti questi fenomeni, durante gli anni 80, vicino a Ginevra, è stato scavato nella roccia, a 100 metri di profondità, un tunnel circolare di 27 chilometri. In questo tunnel è stato sistemato il LEP, un acceleratore di particelle.
La realizzazione di questo acceleratore, in cui ogni componente del quale richiede una tecnica particolare, viene assicurata dagli stati membri europei, ma vi collaborano anche altri paesi, quali Stati Uniti, Giappone, Canada, Russia ed India.

Ma come funziona e come è stata progettata questa ingegnosa macchina?
Il LEP accelera e porta in collisione elettroni e positroni. Purtroppo, più si accelerano gli elettroni, più questi sviluppano il loro proprio sistema di frenaggio emettendo luce. Per superare i limiti del LEP è stato necessario concepire una macchina molto più potente: il LHC (Large Hadron Collider).
Invece di elettroni e positroni, LHC ci permetterà di effettuare degli studi più approfonditi consentendo di accelerare altre particelle, i protoni, molto più pesanti, le cui collisioni produrranno schegge di materia simili a quelle esistenti all’inizio della creazione.

LHC è un oggetto gigante visto dall’esterno, ma ci vogliono dita di fate per sistemare i vari organi all’interno. Dei prototipi dell’LHC sono stati costruiti e collaudati al CERN. I diversi moduli magnetici saranno fabbricati in serie dall’industria europea. Vari test hanno già dimostrato che le prestazioni richieste sono raggiunte ed anche superate. Più di 1000 moduli magnetici, lunghi 15 metri, saranno calati nel tunnel tramite un pozzo di accesso per essere assembrati in loco. La precisione necessaria per l’allineamento del circuito di 27 Kilometri è dell’ordine di 1/10 di millimetro. Vale a dire che la costruzione, il trasporto e le manipolazioni ulteriori di questi moduli, devono soddisfare esigenze assolutamente fuori norma. Basta osservare l’interno della macchina nei vari stadi della finitura per capirne la complessità. I materiali, i superconduttori, gli allacciamenti elettrici, il raffreddamento all’elio liquido, sono stati un vero rompicapo per ingegneri!

Questa è un apparecchio unico nel suo genere, a disposizione dei ricercatori di tutto il mondo per la fisica del terzo millennio, per riuscire a scoprire i segreti dell’universo, dall’infinitamente piccolo, all’infinitamente grande.
Forse, grazie proprio a questa “macchina del tempo”, potremmo finalmente riuscire a rispondere ai quesiti che l’uomo si è posto da sempre: Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

Interessi economici che decidono le sorti di un popolo

La partita strategica per il controllo delle risorse energetiche si gioca oggi nell’Asia centrale, nelle repubbliche sovietiche. Paesi ricchi di petrolio e gas, come ad esempio Azerbaigian, Turkmenistan, Kazakistan e Georgia, sono decisivi per gli oleodotti che gli attraversano.
Uno in particolare il BTC era da tempo al centro dei timori occidentali.
Il BTC – come le iniziali delle tre città Bacu, Tiblisi e Ceyhan che attraversa – porta il petrolio dalle sponde del Caspio, in territorio Azzero, passando per la Georgia, fino al Mediterraneo, in Turchia. Questa è una via strategica perché è l’unica che trasporta greggio senza passare dalla Russia.

Con un investimento di 3 miliardi e mezzo di dollari si sono costruiti quasi 1800 kilometri di oleodotto, per far affluire in occidente 1 milione di barili al giorno. Nel consorzio che l’ha costruito sono presenti l’inglese BP (British Petroleum) con altre nuove compagnie tra cui l’italiana ENI; e all’avvio dei lavori, iniziato nel 2002, era presente anche il ministro americano dell’energia, Spencer Abraham. Ecco perché oggi sono tutti molto preoccupati per il conflitto in Ossezia, perché sono a rischio gli approvvigionamenti.

Per l’occidente perdere la Georgia vorrebbe dire lasciare a Mosca il controllo completo sulle vie dell’energia, infatti la Georgia è un paese chiave anche per un altro progetto strategico voluto dall’Europa, il gasdotto Nabucco, che correndo accanto al BTC è destinato a portare grandi quantità di metano verso ovest, sempre baipassando la Russia.

Da una parte la Georgia, dall’altra la Russia, e dall’altra ancora tante altre nazioni con i propri interessi. In mezzo, invece, le rivendicazioni della regione separatista dell’Ossezia del Sud. Non si è mai saputo niente sulle condizioni di vita di queste popolazioni, se ne è sempre parlato pochissimo e si continua a non parlarne.

Perché gli interessi economici devono sempre prevale sull’autodeterminazione dei popoli? Perché l’ambizione, l’avarizia e la sete di potere di pochi singoli, possono decidere le sorti di individui indifesi? Questo è quello che non riesco ad accettare, ma è anche questo che fa la differenza fra il poter decidere del proprio destino e il sentirsi dentro un turbine di avvenimenti, di giochi di poteri, in cui si è solo pedine.

Aumento prezzo del pane, biodiesel, ogm

Vi è da tempo un forte allarmismo per il continuo aumento dei prezzi dei beni alimentari.
In Africa, Asia ed America Centro Meridionale stanno scoppiando continuamente delle proteste originate dall’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli.
Romano Prodi nel suo articolo del 13 aprile 2008 sulla Repubblica, “Il mondo senza cibo un disastro evitabile”, fa un’analisi molto chiara delle cause che hanno generato questi problemi: l’aumento di richiesta di cibo da parte della Cina e dell’India, che hanno incominciato a modificare le proprie abitudini alimentari; l’aumento dei costi dei fertilizzanti e dei trasporti, a causa del crescente aumento del petrolio; la diminuzione dei terreni agricoli per destinarli agli allevamenti (che sembrerebbe richiedere una superficie di terreno almeno cinque volte superiore rispetto a quella destinata alla coltivazione); la destinazione del suolo per la produzione dei biocarburanti – pare che con 240 chilogrammi di mais, sufficienti per nutrire una persona per un anno, si producano solo 100 litri di etanolo.

Per far fronte a questi problemi si dovrebbe incominciare a cambiare le politiche precedenti, poco efficienti per far fronte ai problemi attuali. Le vecchie politiche sono state pensate quando si credeva di poter vivere l’incubo della scarsità energetica e della eccedenza di cibo, ma attualmente la situazione è diversa. Bisogna cambiare le politiche che sottraggono terreno all’agricoltura per far fronte alla produzione di biocarburanti, ma anche quelle che sovvenzionano da tempo gli agricoltori al fine di produrre meno – si pensi alla proposta di aiuti economici per l’estirpazione dei vigneti, circa 200.000 ettari di vigneti in Europa, prevista dall’CMO (Common Market Organisation), per eliminare quei vigneti poco produttivi (articolo pubblicato su Winenews).
Se gli agricoltori non producono più, che fanno? Venderanno i loro campi? E a chi?
Come scrive Beppe Grillo nel suo blog “Al contadino non far sapere quanto vale il biodiesel senza pere. Se lo sa, lo vende a prezzo maggiorato. Se non lo sa, la multinazionale gli compra i campi.”
In ballo ci sono come sempre gli interessi delle lobby e dei gruppi di interesse, che vogliono farla da padrone e che non vogliono che la produzione di carburante in concorrenza con il cibo si fermi, incuranti del fatto che in certe parti del mondo la gente muoia di fame. Anche Fidel Castro, sul quotidiano Granma, ha fatto delle riflessioni sulla recente polica di Bush che favorisce l’era dell’etanolo. “In futuro non si toglierà il petrolio di bocca ai paesi in via di sviluppo, ma direttamente il pane” (Beppe Grillo).
Così come disse Henry Kissinger, politico statunitense di origine tedesca, molto vicino a Nelson Rockfeller, “Chi controlla il petrolio controlla le nazioni; chi controlla il cibo controlla le persone”.
Nel suo memorandum del 1974, chiamato “National Security Study Memorandum 200 (NSSM 200) per il “controllo della popolazione mondiale”, aveva in mente di ridurre la popolazione mondiale di 100 milioni di persone, usando il cibo come arma, e riorganizzando il mercato alimentare distruggendo le piccole imprese contadine a conduzione familiare, e rimpiazzandole con delle grandi aziende agricole. Questo processo è durato per decenni, appoggiato fin dal Gennaio 1995 dal WTO.
William Engdahl, autore del libro “Seeds of Destruciton – The Hidden Agenda of Genetic Manipulation” (Il seme della distruzione – Il progetto nascosto della manipolazione genetica), mette in evidenza come una diabolica elite agro-economica Anglo-Americana stia pianificando di controllare le provvisioni giornaliere di cibo. Questo è un libro principalmente contro i pericoli degli OGM (organismi geneticamente modificati). I vari sostenitori degli OGM mettono in evidenza come con questi prodotti si possa far fronte alla fame nel mondo. Ma cosa succederebbe se in futuro si sostituissero i prodotti naturali con degli alimenti geneticamente modificati? Chi ne avrà il controllo?
Intanto il 26 febbraio, il più grande deposito al mondo di biodiversità, ha iniziato la sua attività nel lontano arcipelago norvegese delle Svalbard. Si tratta di una sorta di Arca di Noe’ dei semi, in cui un migliaio di varietà di colture da tutto il mondo saranno messe nella struttura bunker. Questa iniziativa è stata frutto della collaborazione del governo norvegese e del Global Diversità Fund (Fondo Mondiale per la diversità delle colture), che ha lo scopo di proteggere centinaia di milioni di sementi in caso di calamità naturali o disastri causati dall’uomo.
Sembrerebbe che il finanziatore principale delle sementi sia la Fondazione Rockefeller, insieme a Monsanto e Syngenta, che sono i 2 colossi del geneticamente modificato. A darne notizia è stato lo stesso Engdahl, che mette in chiaro che questi signori non hanno di certo come obbiettivo quello di far fronte alla fame mondiale.

Un unico ordine mondiale

Il mese scorso, prima di tornare in Europa, faccio un incontro molto interessante.
Una donnina cinese molto simpatica cerca di comunicare con me, facendomi capire che il genero è un occidentale. Mi invita a seguirla a casa sua e mi presenta questo ragazzo americano e la sua famiglia.
Parliamo del più e del meno e poi affrontiamo l’argomento Cina, economia, politica, nuovo grande ed unico progetto di ordine mondiale che si basa sul principio del controllo delle masse.
Mi parla di questo suo amico, un letterato originario della Russia, ormai quasi novantenne, che ha dedicato la sua vita a scrivere e riscrivere di fatti, avvenimenti, equilibri politici-economici mondiali, retti da pochi illuminati. Mi ha parlato del futuro e di come ci sia alle spalle un progetto di governo degli “Stati Mondiali Uniti”.
Quando sono andata via mi sono sentita arricchita, ma sono anche uscita da quella casa con una sensazione strana, con la sensazione di essere inciampata in discorso di strani giochi di poteri molto più grande di me.

Oggi, andando qua e là su Internet, leggo questo articolo molto interessante:
“Controllo delle masse? Ecco come lavorano gli Illuminati”, scritto da Lorenza Veronese.
Di seguito alcuni copia e incolla del suo articolo, mentre qui potrete trovare la versione integrale.

[E’ un dato di fatto che i mezzi di comunicazione più comuni (televisione, cinema, quotidiani, libri e riviste) diventino giorno dopo giorno più scadenti, uniformando e appiattendo le informazioni (soprattutto tivù e giornali), passando una realtà sempre più squallida e sovvertendo – in maniera non casuale, come vedremo in seguito – la scala di valori che ogni individuo equilibrato con un po’ di cultura, buon senso e rispetto per la vita, avrebbe come saldo punto di riferimento nella propria esistenza.
Solo per quanto detto, un normale osservatore constaterebbe che qualcosa non funziona nel sistema. Come non funziona il fatto che nonostante l’avanzare della tecnologia l’uomo si riduca a lavorare di più, a dedicare sempre meno tempo ai rapporti umani diventando quasi incapace di gestirli, diventando sempre più stressato, insofferente e, lasciatemelo dire, frustrato.
Qualcosa non quadra, ma questo qualcosa non è limitato alla nostra realtà cittadina, né nazionale, si tratta di qualcosa che esula dalle nostre conoscenze perché sta dietro alle quinte, dietro a ciò che viviamo. Qualcuno la chiama dietrologia!
Lo stesso Manifesto piduista di Licio Gelli (il famoso Piano di Rinascita Democratica) è disgiunto dalle radici più ampie del malfunzionamento del sistema, anche se rende bene l’idea del controllo sui media che già egli aveva, a suo tempo, sottolineato come prioritario.
Infatti, per datare tale progetto, è necessario retrocedere ulteriormente nel tempo fino al lontano 1760, quando un’organizzazione fondata da Adam Weisshaupt, ebreo di nascita convertito al cattolicesimo e futuro sacerdote cattolico, chiamata successivamente “Illuminati di Baviera” aveva già nel suo DNA il controllo mentale e quello dei mezzi di comunicazione. In testa a tale organizzazione capeggiata da Weisshaupt, professore di legge canonica presso l’Università di Engelstock, c’era un rinnovato casato, una famiglia ben nota anche ai nostri giorni, ovvero quella dei Rothschild.
Tanto per cominciare gli Illuminati promossero e finanziarono la Rivoluzione Francese utilizzando svariati nomi e forme di aggregazione.
Seguendo la loro precisa e condivisa filosofia di azione, era necessario:
1) portare le nazioni all’eliminazione di ogni forma di governo e di religione già esistente
2) armare e sostenere entrambe le fazioni opposte in un conflitto con lo scopo di indebolire gradualmente suddette nazioni per facilitare il crollo di ogni struttura esistente e rendere i paesi più controllabili allo scopo di creare un unico governo mondiale (una parte della famiglia Rothschild finanziò Napoleone mentre l’altra sostenne la Gran Bretagna , la Germania ed altri stati durante le guerre napoleoniche).
Dopo la Prima Guerra Mondiale, negli Stati Uniti, essi crearono un organo chiamato “Council on Foreign Relations” (Consiglio per le Relazioni Internazionali) conosciuto con la sigla CFR che è anche oggi costituito prevalentemente da membri e successori degli Illuminati. Un organo similare fu fondato contemporaneamente in Gran Bretagna, sotto il nome di “British Institute of International Affairs” l’attuale “Royal Institute of Interntional Affairs” in sigla, RIIA.
Il CFR e il RIIA ebbero a loro volta il compito di formare successive, svariate, organizzazioni di facciata da infiltrare in ogni aspetto della vita socio-politico-economica dei paesi. Ma a loro volta, le operazioni e le organizzazioni stesse venivano finanziate e controllate direttamente dall’ Unione Internazionale dei Banchieri, la quale dipendeva, ovviamente, dai Rothschild.
Lo scopo primario del CFR era il totale controllo dei mezzi di comunicazione di massa. Il controllo della stampa venne affidato ai Rockefeller. Henry Luce venne finanziato per far nascere una numerosa serie di riviste nazionali, tra cui “Life”, “Time” e “Fortune” e molti altri. I Rockefeller sostennero anche i Fratelli Coles con il loro “Look Magazine” e con le loro altre catene di quotidiani nazionali. Eugene Myer, uno dei fondatori del CFR, acquistò il “Washington Post”, il “Newsweek”, il “Weekly Magazine” e molte altre pubblicazioni.
Il mondo del cinema hollywoodiano venne occupato dalla famiglia Lehmans, Kuhn, Loeb e altre, ultima ma non meno importante dalla Goldman Sachs (la più potente banca privata d’affari al mondo) e da varie unioni internazionali di banchieri, le stesse che controllano le radio e le TV di stato.
Gli Illuminati si occuparono inoltre di selezionare gli uomini più intelligenti in ogni campo, come quello delle arti, della letteratura, dell’educazione, della scienza, della finanza e dell’industria. Il piano di operazione già scritto e diffuso dallo stesso Weisshaupt tra gli adepti, era il seguente:
“E’ lecito l’uso del potere monetario e della corruzione sessuale per ottenere il controllo degli uomini che già hanno raggiunto le alte sfere di potere a vari livelli dei governi o in altri campi. Una volta che le persone influenti sono cadute nell’inganno, nelle bugie e nelle tentazioni create dagli Illuminati esse devono essere tenute strettamente legate alla Loggia attraverso lettere minatorie, minacce di rovina finanziaria, di diffamazione pubblica e di danno fisico, persino grazie alla paura della morte stessa dell’individuo e dei suoi famigliari.”
La mossa successiva era infiltrarsi addirittura nelle università più rinomate per selezionare gli “eletti” fin dalla tenera età.
I giovani più dotati e di buona estrazione famigliare venivano scelti dagli Illuminati i quali si facevano carico delle spese legate alla loro istruzione e al loro sostentamento fino all’età matura per l’inserimento nella Cerchia. Essi venivano istruiti ed educati con lo scopo di diventare agenti in grado di proporsi ai vari governi delle nazioni come specialisti ed esperti consiglieri nei vari settori della politica e dell’economia. Il fine ultimo era ed è, avere propri uomini all’interno di ogni realtà nazionale per perseguire il piano di un unico governo globale.

Un altro dei punti cardine della filosofia degli Illuminati è la diffusione del razzismo e delle così chiamate ideologie, al fine di dividere (“dividi et impera”, dividi e controlla!) sempre più larghe masse di popoli in fazioni opposte, armarli e lasciarli combattere gli uni contro gli atri. Ma soprattutto far crollare le istituzioni politiche e religiose esistenti! A questo lavorò il Prof. Karl Ritter dell’Università di Francoforte e dopo la sua morte tale incarico fu portato avanti e completato dal filosofo tedesco Freidrich Wilhelm Nietzche che fondò il Nietzcheanesimo: corrente filosofica che aveva come perno portante la teoria del “superuomo” divenne anche successivo fondamento del Fascismo e del Nazismo che sfociarono nella Prima e Seconda Guerra Mondiale e nello sterminio, che ben consociamo da parte di Adolf Hitler (egli stesso finanziato da famiglie come Krupp, Warburgs e Rothschild).
E’ particolarmente interessante, come le teorie sviluppate e indotte in campo politico-economico poi vadano ad influenzare in maniera massiccia anche gli altri aspetti della realtà di un paese, in quanto è chiaro, per chi ha già un’infarinatura, che pure la nascita e lo sviluppo della “scienza” psichiatrica possedevano gli stessi fondamenti sopra menzionati. Tanto è vero la psichiatria stessa è stata un indispensabile strumento di selezione “genetica” (vedi Eugenetica), altresì detto razzismo.
Tutti i lati del poliedro sono uniti l’uno all’altro. Tutti si compenetrano.
La miglior arma di difesa in questa condizione sia dipanare il bandolo della matassa e capire ciò che sta alla base degli accadimenti. Per fare questo è necessario aprire la nostra mente, lasciando non solo le certezze da parte, ma mettendole seriamente in discussione, come pure tutto quello che ci è stato ‘insegnato’ (o inculcato?) a scuola.
Il passo successivo è l’interpretazione della realtà, leggendone i segnali e i messaggi.
Nel momento in cui non ci si accontenta più delle informazioni che il regime passa; nel momento in cui si mette in moto una propria ricerca personale e si analizzano gli accadimenti cercando di rispondere alla domanda ‘Cui Prodest’, e cioè, a chi giova? Vedrete che forse, determinate cose che prima non vedevamo, verranno alla luce.
Il problema a questo punto sono i bambini, perché non hanno quei filtri psicologici che noi adulti (non proprio tutti però) abbiamo.
E’ un dato di fatto che la fascia di età più sensibile ai condizionamenti mentali è quella dell’infanzia/adolescenza. Il target maggiore dei messaggi deformati di coloro che stanno “dietro alle quinte” sono ovviamente i bambini, i ragazzi. E ciò non è casuale!
La conferma è infatti l’aumento delle pseudopatologie mentali identificate, o meglio inventate, dagli “esperti” psichiatri (vedi l’aumento ingiustificato della Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività, ADHD, ‘definita’ – per alzata di mano, come pure la totalità delle patologie scritte – nel Manuale Diagnostico e Statistico delle Malattie Mentali, DSM), con la conseguenza che in Italia, negli ultimi 5 anni, le prescrizioni di psicofarmaci (droghe psicotrope, eccitanti, ansiolitici, ecc.) sono aumentate del 280%, raddoppiando perfino gli Stati Uniti (circa il 150%): patria mondiale delle droghe minorili.
Un tristissimo primato che dovrebbe far riflettere e comprendere a tutti la gravità del fenomeno, perché ‘drogare’ un bambino nella fase delicatissima della propria crescita e/o sviluppo, significa ‘creare’ un adulto corrotto (dipendente magari da sostanze chimiche). Il caso del leader dei Nirvana, Kurt Cobain, è emblematico. Per la diagnosi di iperattività infantile, gli fu prescritto uno psicofarmaco che usò fin dalla tenera età di 7 anni. Una volta cresciuto, la dipendenza fu ‘alleviata’ e ‘sostituita’ da alcool e droghe pesanti che lo hanno portato a spararsi.
La psichiatria moderna è arrivata al punto da definire ‘malattia’ perfino la ‘difficoltà dell’apprendimento della matematica’!
Come difendersi? A mio avviso la comprensione, la presa di coscienza, l’informazione (parola composta: in-formazione, che significa dare forma alla coscienza!) e l’analisi sono armi indistruttibili che vanno oltre al condizionamento dei mass media, oltre all’azione delle istituzioni, oltre l’assopimento dei sensi operato attraverso numerosi mezzi, tra cui quelli sopra elencati.]

Bluebeard’s Justice

From Bluebeard’s Justice, Beppe Grillo

For anyone wanting to be liberated from the wife for a 20 year old from the East or to inherit the apartment, Italian law offers great possibilities.
In his book “Toghe Rotte”, the judge Bruno Tinti gives precious details to aspiring wife-killers.
First of all you need to have a wife and a good reason to get rid of her, then you can eliminate her. Anyone who wants to, can give expression to his sadism as it’s not considered to be a serious aggravating factor.
After the homicide you must then straight away rush to the Carabinieri to give yourself in, explain the details of the crime and make it possible to trace the weapon used to carry out the crime (bodkin, pistol, hammer etc.) There’s no longer any danger of the evidence being tampered with or of escape. Thus arrest is not necessary. While waiting for the trial it’s possible to continue your normal life.
For a wife-killer the sentence is life. But the husband can show that he “acted in a state of anger determined by an unjust fact carried out by others” (art. 62 n.2), for example adultery, to be ready to recompense the relatives of the former wife (art. 62 n.6), and ask for the fast-track trial.
The judge, with his calculator in his hand, starts to do subtraction.
– without aggravating circumstances, the sentence is not life, but 24 years in prison
-take off a third, art. 62 n.2 (state of anger) = 16 years
– take off a third, art. 62 n.6 (recompense) = 11.33 recurring years
– take off a third, art. 62 b general circumstances (allowed for everyone) = 7.5 years
– take off a third for the fast-track trial = 5 years
– if the murder happened before May 2006 there’s a discount of 3 years for the Great ceppalonic Pardon = 2 years suspended on condition of good conduct.
If the Justice system is particularly severe with a sentence of 3 years, the husband is placed in the hands of the social services.
Wife-killing is worth it. A book, the sponsorship of a make of male underwear and an evening with Bruno Vespa (Show Man). You can achieve economic tranquility. In Italy, wives are useful even when dead.