Interessi economici che decidono le sorti di un popolo

La partita strategica per il controllo delle risorse energetiche si gioca oggi nell’Asia centrale, nelle repubbliche sovietiche. Paesi ricchi di petrolio e gas, come ad esempio Azerbaigian, Turkmenistan, Kazakistan e Georgia, sono decisivi per gli oleodotti che gli attraversano.
Uno in particolare il BTC era da tempo al centro dei timori occidentali.
Il BTC – come le iniziali delle tre città Bacu, Tiblisi e Ceyhan che attraversa – porta il petrolio dalle sponde del Caspio, in territorio Azzero, passando per la Georgia, fino al Mediterraneo, in Turchia. Questa è una via strategica perché è l’unica che trasporta greggio senza passare dalla Russia.

Con un investimento di 3 miliardi e mezzo di dollari si sono costruiti quasi 1800 kilometri di oleodotto, per far affluire in occidente 1 milione di barili al giorno. Nel consorzio che l’ha costruito sono presenti l’inglese BP (British Petroleum) con altre nuove compagnie tra cui l’italiana ENI; e all’avvio dei lavori, iniziato nel 2002, era presente anche il ministro americano dell’energia, Spencer Abraham. Ecco perché oggi sono tutti molto preoccupati per il conflitto in Ossezia, perché sono a rischio gli approvvigionamenti.

Per l’occidente perdere la Georgia vorrebbe dire lasciare a Mosca il controllo completo sulle vie dell’energia, infatti la Georgia è un paese chiave anche per un altro progetto strategico voluto dall’Europa, il gasdotto Nabucco, che correndo accanto al BTC è destinato a portare grandi quantità di metano verso ovest, sempre baipassando la Russia.

Da una parte la Georgia, dall’altra la Russia, e dall’altra ancora tante altre nazioni con i propri interessi. In mezzo, invece, le rivendicazioni della regione separatista dell’Ossezia del Sud. Non si è mai saputo niente sulle condizioni di vita di queste popolazioni, se ne è sempre parlato pochissimo e si continua a non parlarne.

Perché gli interessi economici devono sempre prevale sull’autodeterminazione dei popoli? Perché l’ambizione, l’avarizia e la sete di potere di pochi singoli, possono decidere le sorti di individui indifesi? Questo è quello che non riesco ad accettare, ma è anche questo che fa la differenza fra il poter decidere del proprio destino e il sentirsi dentro un turbine di avvenimenti, di giochi di poteri, in cui si è solo pedine.

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