Aumento prezzo del pane, biodiesel, ogm

Vi è da tempo un forte allarmismo per il continuo aumento dei prezzi dei beni alimentari.
In Africa, Asia ed America Centro Meridionale stanno scoppiando continuamente delle proteste originate dall’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli.
Romano Prodi nel suo articolo del 13 aprile 2008 sulla Repubblica, “Il mondo senza cibo un disastro evitabile”, fa un’analisi molto chiara delle cause che hanno generato questi problemi: l’aumento di richiesta di cibo da parte della Cina e dell’India, che hanno incominciato a modificare le proprie abitudini alimentari; l’aumento dei costi dei fertilizzanti e dei trasporti, a causa del crescente aumento del petrolio; la diminuzione dei terreni agricoli per destinarli agli allevamenti (che sembrerebbe richiedere una superficie di terreno almeno cinque volte superiore rispetto a quella destinata alla coltivazione); la destinazione del suolo per la produzione dei biocarburanti – pare che con 240 chilogrammi di mais, sufficienti per nutrire una persona per un anno, si producano solo 100 litri di etanolo.

Per far fronte a questi problemi si dovrebbe incominciare a cambiare le politiche precedenti, poco efficienti per far fronte ai problemi attuali. Le vecchie politiche sono state pensate quando si credeva di poter vivere l’incubo della scarsità energetica e della eccedenza di cibo, ma attualmente la situazione è diversa. Bisogna cambiare le politiche che sottraggono terreno all’agricoltura per far fronte alla produzione di biocarburanti, ma anche quelle che sovvenzionano da tempo gli agricoltori al fine di produrre meno – si pensi alla proposta di aiuti economici per l’estirpazione dei vigneti, circa 200.000 ettari di vigneti in Europa, prevista dall’CMO (Common Market Organisation), per eliminare quei vigneti poco produttivi (articolo pubblicato su Winenews).
Se gli agricoltori non producono più, che fanno? Venderanno i loro campi? E a chi?
Come scrive Beppe Grillo nel suo blog “Al contadino non far sapere quanto vale il biodiesel senza pere. Se lo sa, lo vende a prezzo maggiorato. Se non lo sa, la multinazionale gli compra i campi.”
In ballo ci sono come sempre gli interessi delle lobby e dei gruppi di interesse, che vogliono farla da padrone e che non vogliono che la produzione di carburante in concorrenza con il cibo si fermi, incuranti del fatto che in certe parti del mondo la gente muoia di fame. Anche Fidel Castro, sul quotidiano Granma, ha fatto delle riflessioni sulla recente polica di Bush che favorisce l’era dell’etanolo. “In futuro non si toglierà il petrolio di bocca ai paesi in via di sviluppo, ma direttamente il pane” (Beppe Grillo).
Così come disse Henry Kissinger, politico statunitense di origine tedesca, molto vicino a Nelson Rockfeller, “Chi controlla il petrolio controlla le nazioni; chi controlla il cibo controlla le persone”.
Nel suo memorandum del 1974, chiamato “National Security Study Memorandum 200 (NSSM 200) per il “controllo della popolazione mondiale”, aveva in mente di ridurre la popolazione mondiale di 100 milioni di persone, usando il cibo come arma, e riorganizzando il mercato alimentare distruggendo le piccole imprese contadine a conduzione familiare, e rimpiazzandole con delle grandi aziende agricole. Questo processo è durato per decenni, appoggiato fin dal Gennaio 1995 dal WTO.
William Engdahl, autore del libro “Seeds of Destruciton – The Hidden Agenda of Genetic Manipulation” (Il seme della distruzione – Il progetto nascosto della manipolazione genetica), mette in evidenza come una diabolica elite agro-economica Anglo-Americana stia pianificando di controllare le provvisioni giornaliere di cibo. Questo è un libro principalmente contro i pericoli degli OGM (organismi geneticamente modificati). I vari sostenitori degli OGM mettono in evidenza come con questi prodotti si possa far fronte alla fame nel mondo. Ma cosa succederebbe se in futuro si sostituissero i prodotti naturali con degli alimenti geneticamente modificati? Chi ne avrà il controllo?
Intanto il 26 febbraio, il più grande deposito al mondo di biodiversità, ha iniziato la sua attività nel lontano arcipelago norvegese delle Svalbard. Si tratta di una sorta di Arca di Noe’ dei semi, in cui un migliaio di varietà di colture da tutto il mondo saranno messe nella struttura bunker. Questa iniziativa è stata frutto della collaborazione del governo norvegese e del Global Diversità Fund (Fondo Mondiale per la diversità delle colture), che ha lo scopo di proteggere centinaia di milioni di sementi in caso di calamità naturali o disastri causati dall’uomo.
Sembrerebbe che il finanziatore principale delle sementi sia la Fondazione Rockefeller, insieme a Monsanto e Syngenta, che sono i 2 colossi del geneticamente modificato. A darne notizia è stato lo stesso Engdahl, che mette in chiaro che questi signori non hanno di certo come obbiettivo quello di far fronte alla fame mondiale.

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