Vacanza da Facebook

7 Febbraio 2011 ore 21.50
“You have deactivated your Facebook Account”

Inizia in questo modo la mia vacanza da Facebook, un semplice clic, e via da un mondo.
Si, proprio via da un mondo – un mondo virtuale – fatto di clic, impressions, likes, commenti, contatti virtuali, chat.

La decisione di staccare la spina, e di allontanarmi da questo mezzo di “comunicazione”, è stata la somma di una serie di avvenimenti, riflessioni ed analisi, che mi ha portato di colpo ad una scelta drastica, istintiva, ma voluta.

Avevo cercato altre volte di spegnere il bottone e di commette questo Seppuku, ma devo essere onesta: i tentativi erano durati solo 10 minuti di apnea dal Social Network.
Duro staccare, duro farla finita, duro lasciare un mondo e dire basta, soprattutto per una come me, con un passato da internauta accanito.

Da 11 anni lavoro nel web, durante i quali ho trascorso normalmente più di 8 ore a guardare costantemente un monitor ed ad utilizzare le mia dita in una costante percussione della tastiera. Si, proprio percussione. E questo rumore, tichitichi ritititiititi, è diventato la melodia e il ritmo che scandiva le mie giornate.

I social networks mi hanno accompagnato in tutto questo tempo, tenendomi in contatto con le persone conosciute durante il lungo esilio dall’Italia.
Connections. Legami. Fili. Contatti. Rete di amicizia. Non perdersi di vista.
Tutti queste componenti hanno avuto un’importanza fondamentale e sono state l’anello di congiunzione affettivo con chi non avevo l’occasione di incontrare.

Internet è stato da subito il mio canale di comunicazione preferito: veloce, immediato, istantaneo.
Tutta la mia realtà esterna si amalgamava  in questa rete virtuale, includendo anche le mie relazioni sentimentali. Rapporti a distanza in cui, il sbirciare quotidianamente fuori dalla finestra nell’attesa che il postino consegni una missiva importante, è stato sostituito da un continuo connettersi, e alla fine anche un non staccare mai la spina, interferendo nei meccanismi propri dell’attesa. Domanda-Risposta. Clic-Clic.

Poi, da un momento all’altro, un Off.

Avevo raggiunto il limite. Le cause che mi hanno portato a questo sono molto semplici.
Per una che vive da sola, che ha la famiglia dall’altra parte del mondo, le cui amicizie, poche ma vere, sono lontane, arriva il momento in cui ci si rende conto di essere sola. Si affronta tristemente la realtà, osservando che il mondo virtuale, fatto di centinaia di persone, non può dare un aiuto concreto nel momento del bisogno. Il mondo virtuale è fatto di clic o like, non da una stretta di mano possente che non ti lascia quando ne hai bisogno.
Nella vita reale, oltre ai sorrisi, buon umore, smiling, ci sono anche dei momenti in cui si ha bisogno di qualcuno che è lì; e nessun clic, nessun like, generato da un’azione di mezzo secondo, può sostituire un tendersi la mano ed un aiutarsi.

Anche questo è stato.

Vivo a Barcelona. Vita sociale molto intensa. Lo slogan della città è “Me da igual”, il ritmo della città è “No problems, Yes party”!
Sballottata da party a party; incontri giornalieri con decine di persone interessanti che hanno la loro vita, così come io ho la mia: impegnata, piena, attiva, senza un momento per riflettere, correndo da una parte all’altra come una pallina da flipper impazzita.
Networking, new friends, smiles per la nuova foto profilo su Facebook, nuove conoscenze che vanno a sommarsi ai contatti virtuali, nuovi inviti, feste, nuove spirali di eventi e…

Burnout.

Di colpo ho avuto la presa di coscienza che avevo bisogno di una vacanza.

Ma io che ho la fortuna di lavorare da dove voglio, decidendo quali ore del giorno dedicare al lavoro, posso affermare con forza di essere “sempre in vacanza”. Quindi?

La mia vacanza doveva essere qualcosa di diverso. La mia vacanza doveva essere fuori dal web.
Fuori da quella macchina social-virtuale che mi aveva ingabbiata. Non avevo più tempo per questo, non ero più interessata a sapere cosa succedeva agli altri o a far sapere agli altri cosa facevo io.
Avevo semplicemente il bisogno di non essere disturbata, di non essere bombardata da messaggi, inviti a party, eventi, gruppi. Non avevo neanche più il tempo di rispondere: no, non posso. Volevo essere lasciata in pace e l’unica maniera era scomparire.

“You have deactivated your Facebook Account”.

Così è iniziata la mia vacanza-avventura, attraverso un viaggio che mi ha portato alla scoperta di un mondo diverso, fatto di non clic, non like. Un mondo fatto di momenti, di contatti, di pacche sulle spalle al posto di un like.
Durante questo periodo ho scoperto una cosa: pur essendo morta nel mondo virtuale, ho continuato a vivere, a respirare, a mangiare, a parlare, a comunicare, ed ho anche scoperto che potevo fare molte più cose rispetto a prima.

La mia scomparsa dal web è coincisa con il mio allontanamento da Barcellona.
Israele, Svizzera, Germania mi hanno messo in contatto con altri mondi, tematiche e problematiche, che voglio toccare con mano, senza alcun clic e senza like.

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