Uomo senza nome

Metro.
Sguardo triste, spento, che mira verso il basso. Viso pallido, sciupato, occhi incavati, pensierosi.
Hai un fare elegante, composto, ed un atteggiamento dignitoso, nonostante il dolore, nonostante la tua sofferenza.
Osservo te, uomo solitario, chissà che pensi ora. Ti vedo spaurito, cerchi forse un po’ d’appoggio, solo un aiuto.
Vorrei tenderti la mano o semplicemente parlarti.
Hai sulla gola una enorme cicatrice e un piccolo foro da cui respiri faticosamente.
Forse hai un po’ paura, forse ti interroghi sul tuo destino, sulla tua vita passata, su certe scelte non fatte.
Ed io, ora, mi interrogo su di te, uomo senza nome.
Ricorderò il tuo volto e ti porterò con me, pensando alla mia scelta di far l’indifferente.
E mentre scendo dalla metro, accosto qualche passo e poi mi volto; e tu sei lì seduto, che guardi dal lato opposto.

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